Datemaki

Capodanno si sta avvicinando, i preparativi fervono. Stavolta trascorrerò la notte più lunga dell’anno a Verona, dalla mia migliore amica; mentre mi lambiccavo il cervello per decidere cosa preparare, ho chiesto per curiosità a una mia amica giapponese cosa avrebbe cucinato.
Mi ha spiegato che in Giappone esiste una vera e propria cucina di capodanno, detta osechi ryōri 御節料理. Sono tutti piatti che si ritiene siano di buon augurio per l’anno nuovo: datemaki, kuromame, daidai, ecc. Il capodanno giapponese (shōgatsu 正月) si festeggia andando con la famiglia al santuario buddista. In tutto il paese le campane risuonano 108 rintocchi (joyanokane 除夜の鐘), come il numero dei peccati originali, e tutti vengono purificati; al termine della cerimonia si banchetta tutti insieme.   
Visto che il 2014 si è concluso nel modo peggiore, ho preparato un datemaki 伊達巻 per cercare di scacciare almeno un po’ tutto il karma negativo che mi gravita attorno ultimamente. Il datemaki è una frittata dolce molto simile al tamagoyaki e si prepara con l’aggiunta di hanpen, che è una sorta di surimi. 

Datemaki

4 uova
2 cucchiai mirin
1 cucchiaio vino bianco
2 cucchiai mielbio Castagno
2 bastoncini surimi

Sbattere a mano le uova e affettare il surimi. Mettere tutti gli ingredienti nel mixer e frullare bene. Versare il composto in una teglia rettangolare coperta di carta forno e infornare a 200°. Cuocere finché dorato e mettere su un tappetino di bambù da sushi. Levare la carta forno e fare delle incisioni in verticale su tutta la frittata; questo eviterà che la frittata si rompa mentre la si arrotola. Arrotolare la frittata aiutandosi col tappetino e mettere tutto in frigo. Quando sarà freddo, togliere il tappetino e tagliare la frittata a fette. 

Chawanmushi


Visto che il caldo inizia a farsi sentire, oggi vi propongo un appetizer giapponese che viene servito in molti ristoranti: chawanmushi 茶碗蒸し. Molti di voi probabilmente lo avranno sentito nominare almeno una volta. Si tratta di un budino salato cotto a vapore con noci di gingko, funghi shiitake e pollo. Esistono anche varianti che comprendono uova di pesce, gamberetti e verdure varie. E’ un piatto molto delicato ma ammetto che il sapore è particolare e può non piacere al primo impatto. Dipende da quali ingredienti si usano… ad esempio a me non piace il chawanmushi con il pollo ma preferisco quello con il pesce o al limite quello vegetariano. La ricetta di oggi evita la carne e comprende carote e tipi diversi di surimi come il kamaboko e il chikuwa, che mi piacciono molto. E’ una ricetta semplice e casalinga, per cui vi consiglio di provarla facendo tutto da voi, compreso il brodo dashi. Potete gustare il chawanmushi sia caldo che freddo di frigo, a seconda dei vostri gusti personali. Se decidete di inserire pesce o carne ricordatevi che il tempo di cottura sale a 25-30 minuti!   

Ricetta tratta e modificata da Just One Cookbook

Chawanmushi

1/2 tazza brodo dashi
3 cucchiai acqua
salsa di soia
1 uovo
kamaboko
chikuwa
carota
prezzemolo

Preparare il brodo dashi secondo la ricetta. Affettare sottilmente il kamaboko, tagliare la carota e il chikuwa a rondelle. Sbattere a mano l’uovo in una ciotola e aggiungere l’acqua, il dashi freddo e la salsa di soia. Dividere i condimenti in ciascuna ciotola e passare la mistura in un colino. Versare lentamente il liquido in ogni ciotola lasciando i condimenti leggermente scoperti. Coprire le ciotole con dell’alluminio e metterle in una pentola con acqua bollente. Coprire e contare 15-20 minuti da quando l’acqua riprende il bollore. Controllare con uno stecchino la cottura: se esce del liquido chiaro il chawanmushi è pronto. Guarnire con il prezzemolo e servire subito o freddo di frigo.  

Potato salad bentō

Finalmente inauguro il mio nuovo bentō-bako firmato Casabento, che non vedo l’ora di usare per i miei pranzi in facoltà. Vi parlo di un ottimo contorno giapponese da aggiungere al bentō: potato salad ポテトサラダ.  Questo piatto assomiglia moltissimo i suoi cuginetti “insalata russa” e “insalata capricciosa”, che penso siano gli unici cibi che non mangerei nemmeno sotto tortura. Vi spiego anche il motivo: l’insalata russa che spesso propinano a certi pranzi di gruppo è affogata nella maionese. Ora, a me la salsa piace ma entro certi limiti, superati i quali mi nausea. La potato salad, per contro, può essere preparata secondo i propri gusti personali. Questa insalata è uno dei contorni preferiti dai giapponesi e non manca quasi mai nei loro bentō. Si può preparare in qualsiasi stagione dell’anno, dato che le carote (che ho dimenticato, si nota?) e le patate sono sempre reperibili. Se volete proprio strafare, potete preparare voi la maionese e rendere questo piatto ancora più speciale. Speaking of… quando avrò la giusta ispirazione proverò a fare la maionese per davvero! Chissà cosa verrà fuori… 😉

Notizie sul nukadoko: Dopo soli 8 giorni la colonia è finalmente attiva e mi sto gustando i primi sottaceti. Sono buonerrimi, croccanti e agrodolci. Per chi di voi non riuscisse a capire se l’odore del nukadoko va bene o meno, il profumo che emana assomiglia a quello del mosto d’uva! =)

Ricetta tratta da Cooking with the dog

Potato salad bentō

patate
carote
uovo sodo
aceto
1 pizzico zucchero
sale
pepe
maionese

Lavare, pelare e tagliare a cubetti le patate e le carote. Mettere le verdure in una pentola d’acqua calda salata e aspettare che si cuociano. Scolarle e rimettere tutto nella pentola sul gas, mescolando finché si formerà una patina sulle patate. Mettere in una ciotola e condire con un goccio d’aceto, sale, pepe, zucchero. Quando le patate saranno fredde aggiungere l’uovo a pezzi e la maionese a piacere.

La dieta si fa mangiando!

L’estate si sta avvicinando, portando con se lo spauracchio della “prova costume”. Lo dico col sorriso sulle labbra, pensando ironicamente a quei tg che, da maggio in poi, propongono la simpatica parata di donne in costume da bagno. A seguire, i consigli sulla dieta dispensati da vip ed “esperti” non meglio precisati.
Io credo che il problema del peso non si riduca alla taglia del bikini, ma sia una questione soprattutto di salute. Avere un giusto peso-forma (e volutamente non uso la parola “essere magri”) non è una cosa che ci fare stare bene solamente dal punto di vista estetico, ma è soprattutto un indice di salute!
Bisogna però stare attenti a non cadere nell’eccesso opposto, ovvero la mania della dieta. 
La dieta è una cosa che va ponderata con l’aiuto di un parere medico, per non incorrere in situazioni ancora peggiori di quelle di partenza.
Pur non avendo mai avuto problemi di peso (semmai il contrario), credo che sia utile un’educazione al cibo sano che ci accompagni sin da piccoli. 
Il miglior metodo per stare in forma è mangiare i cibi giusti, fare attività all’aria aperta e combattere la vita sedentaria! 
Tra l’altro, moltissimi alimenti possono aiutarci a mantenere in salute il nostro corpo, senza dover ricorrere ai farmaci… 

Ad esempio uno dei cibi quintessenziali della cucina giapponese, che potrebbe aiutare a perdere peso, è il konnyaku 蒟蒻. 
E’ una sorta di gelatina, grigia e rigida, ricavata dalla pianta detta Devil’s tongue (lingua del diavolo) o konjac. 
Il konnyaku è uno dei cibi a zero calorie (o quasi), dato che è composto da 97% di acqua e da 3% di fibre e glucomannano, un polisaccaride capace di abbassare il colesterolo e combattere l’obesità.
Pensate che un blocco di konnyaku contiene all’incirca 10 calorie, ma è in grado di saziare quasi subito l’organismo. In Giappone per questo motivo lo hanno soprannominato 胃のほうき, cioè una “scopa per lo stomaco”.
Il konnyaku non lo definirei un cibo appagante per il palato, ma piuttosto un esercizio masticatorio. La consistenza è quella di una gelatina abbastanza solida, il sapore è inesistente. La caratteristica principale del konnyaku sta nella sua versatilità. Può essere aggiunto a zuppe, noodles, insalate… 
Si comporta proprio come una spugna, assorbendo il sapore degli ingredienti a cui è combinato. Il segreto per farlo insaporire è cuocerlo a lungo con gli altri cibi.
Va da  che non è il caso di eccedere con l’uso di questo cibo. Non so se sia vero, ma ho letto che un uomo è morto di malnutrizione perché aveva iniziato a mangiare praticamente solo konnyaku. Ecco, magari evitiamo questi eccessi! 😉   

Io ho pensato di farlo saltare in padella con un misto di carote, peperoni, cavoletti di Bruxelles, broccoli e naruto conditi con un po’ di salsa di soia. L’idea era quella di preparare un condimento per udon che, poi, non ho avuto tempo di preparare a parte. Anche senza noodles, devo dire che il piatto sazia abbondantemente. Forse farete fatica ad abituarvi alla consistenza gommosa di questo cibo, però l’effetto detox è assicurato =) 

In ogni caso, tutto questo discorso non vuole essere una polemica ne tanto meno un attacco (se non a un certo modo di fare tv e informazione). Semplicemente, ho esposto quello che per me è un campanello d’allarme della nostra società. Sempre più persone soffrono di disturbi cardiaci o diabete causati proprio dall’alimentazione sregolata. Penso che la priorità dovrebbe essere data alla prevenzione di queste patologie, piuttosto che al riscontro estetico, o no?

Insalata di konnyaku 

1 confezione konnyaku
carote
cavoletti di Bruxelles
broccoli
peperoni
salsa di soia
olio evo
naruto

Aprire la confezione di konnyaku, scolare il liquido di conservazione e lavare bene la fetta. Mettere a bollire un pentolino di acqua e, quando questa bolle, immergere il konnyaku per qualche minuto. Questo passaggio serve a togliere quel gusto pungente al konnyaku, che potrebbe risultare fastidioso.
Scolare il konnyaku, dargli qualche colpo come per appiattirlo col palmo della mano e tagliarlo a tocchetti.
Pulire la verdura e cuocerla in abbondante acqua non salata. Scolare la verdura, tagliarla e preparare una padella con un filo d’olio.
Scaldare l’olio e mettervi la verdura col konnyaku a saltare. Irrorare con un goccio di salsa di soia e cuocere fino a quando le verdure saranno croccanti e il konnyaku avrà preso gusto. 

Patate duchesse

Questa è una chicca per il pranzo di Natale; un contorno leggero e sfizioso. Le patate duchesse sono un piatto originario della Francia e io le trovo davvero deliziose e di bell’effetto…

Ricetta di Giallozafferano

Patate duchesse

50g burro
noce moscata
parmigiano grattuggiato
500g patate
2 tuorli

Cuocere le patate in acqua bollente. Scolarle, pelarle e schiacciarle. Aggiungere burro, sale, noce moscata e parmigiano secondo il vostro gusto.
Amalgamare bene e aggiungere i tuorli. Disporre l’impasto in una siringa o sacca poche con la bocchetta grande a forma di stella e fare tanti mucchietti da 5cm di diametro sulla placca da forno coperta da carta forno.
Infornare a 180°-200° nella parte bassa del forno per 15 minuti fino a quando non si saranno dorate.